La cena parigina consigliata dai miei amici A elle U
Risaliamo “dans la rue” e ci troviamo in una Parigi a noi sconosciuta, Illuminati dalla sola lanterna del nostro Tom Tom in modalità pedone, seguiamo le indicazioni delle stelle e avanziamo per i vicoli del XI° arrondissement.
Mentre ci avviciniamo alla nostra meta vediamo qualcuno rincasare, le luci e il vociare che provengono da una festa in casa e poco altro; la bandiera a scacchi è dinnanzi a noi.
Nessuna insegna all’ingresso del ristorante, nessun menù, tende scure coprono gli interni: ci sono tutti gli ingredienti per entrare.
Ci accolgono informali e variopinti camerieri (c’è la donna di colore che non perde tempo e il ragazzo filosofo e preciso) che ci accompagnano verso un “tavolo a scacchi” al centro della sala sotto un tetto di salumi!
Scelta del menù rapida (ndr le specialità consigliate dal maestro Alain Ducasse nella sua guida Paris: Je t’aime) e servizio altrettanto rapido.
Arrivano gli antipasti tipici d’oltralpe, come d’oltralpe sono tutti i clienti di questo locale, tutti: non c’è uno straniero tranne noi che quando cominciamo a mangiare (e soprattutto a bere un buon rosso cotes du rhone) ci confondiamo bene con i nostri cugini autoctoni.
Un’insalatina verde sorregge quattro petali di fois gras…il fois gras, il miglior fois gras che abbia mai mangiato, tenero come burro, quasi spalmabile, eccellente, a seguire un patè regionale, non male, ma lontano dal fior fiore di fois gras.
Cassoulet XXL, e la taglia non mente, arriva in “cassole” appunto e poi ci viene servito in piatto, sfama almeno due persone.
Il piatto contiene: confit d’oca, stinchi e costine di maiale, salsicce di Tolosa e cotenna adagiate su ben amalgamati fagioli bianchi.
Ma il pezzo forte deve ancora arrivare, anzi i tre pezzi forti…..tre piccoli porcellini ovvero tre piedini di maiale in salsa verde: impossibile descrivere la sensazione provata...paradiso sul palato ci viene da scrivere, mai mangiati, ma ancor di più, mai mangiati così, teneri ben conditi, accompagnati da finocchi gratinati, mon dieu, da tornare a Paris solo per quelli!
Finiamo con una degustazione di fromages francesi, figli del posto, quindi per definizione buoni e anche particolari; e, per non farci mancare nulla, un profiteroles buono, a cui forse arriviamo troppo sazi per apprezzarlo completamente.
Ci alziamo traballanti, brilli e felici, salutati come clienti abituali anche dallo stesso chef, che si accomoda, con l’allegra brigata di cucina, a mangiare, bere e cantar versi lontani.
Vogliamo tornarci, a patto di trovarlo….forse è stato solo un sogno…
Per chi comunque ci volesse provare: Auberge Pyrénées-Cévennes Restaurant - 106 rue de la Folie-Méricourt -Paris
Visitato dAelleU nel dicembre 2011**
Mentre ci avviciniamo alla nostra meta vediamo qualcuno rincasare, le luci e il vociare che provengono da una festa in casa e poco altro; la bandiera a scacchi è dinnanzi a noi.
Nessuna insegna all’ingresso del ristorante, nessun menù, tende scure coprono gli interni: ci sono tutti gli ingredienti per entrare.
Ci accolgono informali e variopinti camerieri (c’è la donna di colore che non perde tempo e il ragazzo filosofo e preciso) che ci accompagnano verso un “tavolo a scacchi” al centro della sala sotto un tetto di salumi!
Scelta del menù rapida (ndr le specialità consigliate dal maestro Alain Ducasse nella sua guida Paris: Je t’aime) e servizio altrettanto rapido.
Arrivano gli antipasti tipici d’oltralpe, come d’oltralpe sono tutti i clienti di questo locale, tutti: non c’è uno straniero tranne noi che quando cominciamo a mangiare (e soprattutto a bere un buon rosso cotes du rhone) ci confondiamo bene con i nostri cugini autoctoni.
Un’insalatina verde sorregge quattro petali di fois gras…il fois gras, il miglior fois gras che abbia mai mangiato, tenero come burro, quasi spalmabile, eccellente, a seguire un patè regionale, non male, ma lontano dal fior fiore di fois gras.
Cassoulet XXL, e la taglia non mente, arriva in “cassole” appunto e poi ci viene servito in piatto, sfama almeno due persone.
Il piatto contiene: confit d’oca, stinchi e costine di maiale, salsicce di Tolosa e cotenna adagiate su ben amalgamati fagioli bianchi.
Ma il pezzo forte deve ancora arrivare, anzi i tre pezzi forti…..tre piccoli porcellini ovvero tre piedini di maiale in salsa verde: impossibile descrivere la sensazione provata...paradiso sul palato ci viene da scrivere, mai mangiati, ma ancor di più, mai mangiati così, teneri ben conditi, accompagnati da finocchi gratinati, mon dieu, da tornare a Paris solo per quelli!
Finiamo con una degustazione di fromages francesi, figli del posto, quindi per definizione buoni e anche particolari; e, per non farci mancare nulla, un profiteroles buono, a cui forse arriviamo troppo sazi per apprezzarlo completamente.
Ci alziamo traballanti, brilli e felici, salutati come clienti abituali anche dallo stesso chef, che si accomoda, con l’allegra brigata di cucina, a mangiare, bere e cantar versi lontani.
Vogliamo tornarci, a patto di trovarlo….forse è stato solo un sogno…
Per chi comunque ci volesse provare: Auberge Pyrénées-Cévennes Restaurant - 106 rue de la Folie-Méricourt -Paris
Visitato dAelleU nel dicembre 2011**
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